Una notte d'estate
commozione, che faceva tremare dal capo alle piante il suo giovane interlocutore. - Son domande, queste, da farle voi? e ad un uomo come me? Perchè non si
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conosce, tra mille. Non per dir male ad un figlio del padre suo, ma per rendere omaggio alla verità, l'autore dei vostri giorni è pieno zeppo di attivi
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sciocco che siete, ho acconsentito di parlare a quel vecchio matto di Bendinello, mio buon collega ed amico. Andate, e preparatevi ad una felicità che
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ferro, che andava per due capi ad innestarsi nel muro. I vasi non erano rotondi, nè di terra cotta, bensì dì maiolica, quadrilunghi, con bei fregi in
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un'altra, e forse proprio di quella. Ma che sciocco, il signor Ascanio, ad essere stato sei mesi in quel suo alloggio, senza accostarsi mai alla finestra
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poi ci meditava su; paragonava la sua Genova ad un bosco, e sè ad una pecora smarrita in quel bosco; passando per certe strade, e di là per cert'altre
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E così, con tutta la sua asseveranza, il signor Ascanio poteva disporsi ad altre delusioni, ad altri pentimenti. Scalone magnifico; quartier nobile
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sapeva dormirci su; per quella notte, ad esempio, non potè chiuder occhio. Vedeva la sua casa nuova, luminosa e gaia, coi suoi mobili a posto; gli sapeva
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stecca è per terra; ed io ci ho da buscarmi una infreddatura, per andarla a raccattare. Si sveglia tutto ad un tratto un moscone, e viene a ronzarmi
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differenza, anche prima di meditarci sopra; la sentite ad un certo che di tenerezza nuova, che penetra la passione e la trasforma, purificandola. Ma la
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